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Recap: l’effetto Expo sull’occupazione

Per spiegarci l’assoluta bontà di Expo2015 e di conseguenza la vitale necessità di organizzarlo la precedente giunta Moratti ci parlò dell’effetto Expo, un effetto in grado di agire al di là del semplice evento, un effetto in grado di fungere da leva per nuove conquiste di benessere economico e sociale. Qui un reperto web archeologico dell’era Moratti.

I detrattori dell’ex sindaco criticarono da subito quest’approccio fondato sul nulla, salvo poi ricredersi nel momento in cui il cambio di giunta ha dato vita ad un cambio al vertice (in realtà di modeste dimensioni ma dopo 20 anni di centro destra alcuni l’han vissuto come una liberazione) che ha reso possibile l’inserimento degli esclusi storici nello spazio politico ed economico presente ai lati dell’istituzione. Nascono così, per esempio, gli #expottimisti, alcuni dei quali ben consapevoli dei limiti e dell’astoricità di questa tipologia di megaevento (prima ancora del progetto milanese) ma pur sempre costretti a vivere del proprio lavoro, per cui impegnati ad osservare la ridotta parte del bicchiere piena.

La foresta expottimista, anzi #expottimista, ha fra i principali argomenti quello dell’occasione lavorativa spinta dalle nuove tendenze all’innovazione dell’economia, idealmente sostenute da Expo2015 (non chiedeteci come questo si materializzi). Non vorremmo dilungarci su un discorso approfondito in merito alle trasformazioni del tessuto economico metropolitano, sulla questione delle start up e sulle nuove condizioni di lavoro che si stanno creando e rispetto a cui va dato atto agli #expottimisti di esserne alle volte adeguati narratori, vorremmo invece per una volta essere trancianti e vedere la questione dell’Expo come volano per l’occupazione parlando in soldoni, valutando il cosiddetto effetto expo dal 2007 (anno che precede l’assegnazione del megaevento) al 2013 attraverso i dati sull’occupazione, l’inattività e la disoccupazione riferiti al comune di Milano, ricordandoci delle promesse degli expoentusiasti di primo pelo

Tasso di disoccupazione

2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007
Tutti i residenti 15-64 anni 6,5 7,1 5,3 5,8 6,3 4,2 3,9
15-29 anni 19,0 14,2 11,2 16,1 16,4 11,1 10,8

Tasso di attività

2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007
Tutti i residenti 15-64 anni 74,9 75,2 73,5 73,5 74,2 74,6 73,2
15-29 anni 45,4 50,6 51,8 49,1 49,6 52,0 51,0

Tasso di inattività

2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007
Tutti i residenti 15-64 anni 25,1 24,8 26,5 26,5 25,8 25,4 26,8
15-29 anni 54,6 49,4 48,2 50,9 50,4 48,0 49,0

Tasso di occupazione

2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007
Tutti i residenti 15-64 anni 70,0 69,8 69,7 69,2 69,5 71,4 70,3
15-29 anni 36,8 43,4 46,0 41,2 41,4 46,2 45,5

*Fonte: Indagine forze lavoro – ISTAT

 A questo punto, nel giudicare questi dati, possiamo:

  1. limitarci ad addossare le colpe dell’evidente mancata crescita alla crisi, ma sotto questo punto di vista è possibile contrapporre a questo tipo di ragionamento la tendenza del capitale, nei periodi di crisi, ad investire laddove i profitti sono più sicuri, per esempio laddove gli investimenti sono coperti da ingenti somme di denaro pubblico
  2. ripensare l’effetto expo considerandolo più limitato nel tempo. Se però l’effetto si riferisce ad un paio d’anni, l’effetto prende le sembianze di una bolla, per cui a crescita improvvisa nel 2015 potrebbe seguire ripristino condizioni iniziali o peggio l’anno successivo.
  3. Se invece di elencare numeri ed iniziative che reclamano innovazione considerassimo i nuovi modelli economici più nel complesso, potremmo approfondire considerando i differenti aspetti di una trasformazione del tessuto produttivo di Milano che comunque sembra effettivamente avvenire e capire quali sono gli strumenti attraverso cui ragionare sul territorio senza procedere a strappi o ridurlo ad oggetto di marketing. Insomma, le novità portano benefici e criticità, ne vogliamo parlare?

Rimandando quindi l’interessante discussione sul rapporto fra lavoro, società e innovazione tecnologica ed organizzativa, sulle prospettive, sull’immaginario e sulle emozioni, ci piacerebbe si parlasse anche del presente reale. Un presente in cui gli ingenti investimenti di denaro pubblico non portano nuova occupazione sul territorio ed in cui è possibile fare le sparate più assurde confidando nella scarsa memoria collettiva.

Appunto, l’effetto Expo2015.  Per il 54,6 % di giovani dai 15 ai 29 anni senza lavoro gli offriremo un paio di settimane di lavoro volontario in cui fare amicizia fra di loro…..

#italiaripartedalnogufoday

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