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Scioperiamo Expo! Bloccati i cantieri, è sciopero sociale!

10833682_10205191063207371_650730072_nQuesta mattina siamo entrati in corteo all’interno del cantiere di Expo. Abbiamo deciso di minare l’inviolabilità del cantiere oggi perché, gli stessi sindacati firmatari dei contratti di Expo 2015, hanno convocato oggi uno sciopero generale allo scopo di tutelare i lavoratori dalla stessa precarietà di cui si sono resi complici a Milano.

Scioperiamo Expo, e ci perdonerete l’uso disinvolto della forma transitiva, perché:

Perché è un dispositivo di governo del territorio pericoloso, il cui paradigma di lavoro precario e la logica commissariale sono recepiti dal governo rispettivamente nel JobsAct e nello SbloccaItalia

Perché la pratica dell’astensione dal lavoro è condizione necessaria non sufficiente a praticare un blocco significativo delle trasformazioni presenti, perché lottiamo non solo contro il grande-evento ma contro il modello che esso rappresenta. Expo è una chiave di lettura delle trasformazioni presenti, parla della Milano di oggi e del paese che verrà

Perché è una matrice di debito pubblico, cemento e grandi opere inutili, mafie e corruzione, precarietà e lavoro volontario

Perché inceppare l’esposizione, denunciarne il sistema di spartizione legale e illegale, svelarne la strategia, è funzionale a trasformare l’osservatorio costruito in questi anni, in un laboratorio di nuovo protagonismo collettivo

Ciascuno con i propri mezzi, linguaggi e compagni di strada, vogliamo inceppare quest’ipoteca sul nostro diritto alla città..ostinati a costruirci una vita degna oltre e senza expo 2015.

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Dietro la vetrina di Expo2015

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Quello che segue è il testo del volantino che abbiamo distribuito venerdì all’alba agli ingressi del cantiere di Expo2015. Nei giorni in cui anche media i sindacati confederali, cominciano a dubitare dei numeri rispetto al lavoro creato da Expo (4185 unità a oggi contro le 70000 sbandierate da sette anni a questa parte dagli expottimisti) abbiamo voluto incrociare le vite di chi nei cantieri di Expo ci lavora e suscitare in loro l’idea che Expo si possa scioperare il 12 dicembre e oltre, perchè dignità e diritti non stanno di casa dove si lavora gratis o a ritmi massacranti.

DIETRO LA VETRINA DI EXPO 2015

Expo 2015 è presentato, nella propaganda di tutti gli schieramenti politici, come il grande evento che traghetterà il paese fuori dalla crisi, innescando la tanto agognata ripresa economica. Effettivamente, Expo 2015 ha già avviato una ripresa: quella dei profitti e delle rendite, ottenuta grazie a un intensivo sfruttamento dei lavoratori e del territorio. Politici, imprenditori, faccendieri e mafiosi banchettano da anni su appalti da milioni di euro secondo un scientifico e ben oliato meccanismo di spartizione: ecco chi sono gli unici attori che beneficeranno delle tanto decantate “opportunità per il territorio”. Gli stessi che non spendono nemmeno una parola sui ritmi di lavoro, sulla sicurezza, sugli orari, sugli stipendi e sulle condizioni di lavoro di chi nei fatti sta costruendo i padiglioni e le infrastrutture di Expo. Di quanto succede nel cantiere, dietro la vetrina di Expo, non si sa niente, neanche quando avvengono gravi incidenti che passano nel silenzio.

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