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A lotte comuni, vocabolario comune – #16F #22F e oltre con attitudine NoExpo

1510884_214433375411895_408312053_nScarpe comode, mantella, thermos pieno e la consapevolezza che possiamo ancora dare molto fastidio a EXPO2015, alle imprese che stanno distruggendo i parchi del nord-ovest milanese dando materialità al progetto chiamato Via d’acqua e alla balbettante giunta Pisapia.

Con  questi attrezzi, da più di tre mesi, presidiamo i cantieri aperti dalla Maltauro di Vicenza e dalla Tagliabue  di Paderno Dugnano,  a Parco Trenno come in via Cancano a Baggio o in via Caldera a Quinto Romano; volantiniamo nei mercati dei quartieri interessati e manifestiamo sotto Palazzo Marino o in via Rovello, sede legale di EXPO2015. Lo facciamo perché abbiamo a cuore i parchi cittadini, il diritto alla salute e un’idea di partecipazione che nulla ha a che fare con le dinamiche imposte dal grande evento, incarnate in queste settimane dal sig. Confalonieri -consulente della giunta milanese e scelto dai vertici di EXPO SPA come “delegato dell’andamento delle opere essenziali e delle opere connesse di cui il Comune di Milano è ente aggiudicatore, concedente, stazione appaltante, soggetto attuatore”- il quale, nel più classico dei divide et impera, sta cercando di spaccare il fronte dell’opposizione all’opera proponendo piccole varianti su brevi tratti del tracciato, millantando accordi mai ratificati sul tratto dell’opera interno al parco di Trenno e minacciando il ricorso alla forza con l’intervento di Polizia e Carabinieri.

Questi metodi li conosciamo, li abbiamo già visti in ValSusa, con l’Osservatorio Virano, e Confalonieri ha già avuto la risposta che merita dai presidi che da settimane bloccano i cantieri e dalla determinazione con cui abitanti dei quartieri e attivisti respingono le lusinghe chiamate compensazioni.

E lo ribadiremo domenica 16/02 alle 14.00, partecipando al doppio corteo che dalla MM1 di Bonola e da via Cancano, a Baggio, confluirà al ponte di via Novara per rilanciare in questi quartieri e in tutta la città di Milano la necessità di una presenza continua e numerosa.

Il 16 tracceremo anche un filo comune e una rete di partecipazione che lanci la data di sabato 22/02 quando a Milano, insieme al movimento NoTAV milanese, daremo vita a una giornata di attivismo NoTAV e NoEXPO a difesa di tutte le lotte territoriali e contro il castello accusatorio che, rifacendosi al pacchetto Pisanu del luglio 2005, accusa quattro persone attiviste NoTAV di terrorismo e con queste tutto un radicato movimento popolare e, potenzialmente, lanciando un monito a qualunque tipo di dissenso sociale. In merito alla data del 22/02 arriveranno presto informazioni.

Le occasioni per vederci non mancano.

Con l’attitudine che ci contraddistingue, ci vediamo tutti i giorni sui cantieri,  domenica 16/02 in corteo a Baggio e sabato 22 a Milano.

rete attitudine noexpo

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#Expopolis suite

Dal sito di Carmillaonline, riprendiamo “Expopolis suite”, speach militante su basi dubstep, di Roby Maggioni, coatuore del libro Expopolis con Offtopic. Il pezzo è stato recitato al Cox18 nel dicembre scorso durante lo SlamX. Ci sembra il modo più divertente ed efficace per riassumere cos’è Expo2015, a 480 giorni dall’inizio del megaevento, con le chiavi di lettura per capire perchè è solo questione di Debito-Cemento-Precarietà e i motivi dell’attitudine NoExpo. Buona Lettura

book_expopolis

 OK , allora, partiamo dall’inizio: Expo 2015 è un evento privato.

Ma come un evento privato? Expo 2015 è un evento privato.

E Comune, Regione, Governo? Pagano ed eseguono.

Expo nasce dal BIE, il comitato internazionale per le esposizioni, un ente privato non governativo. Il contesto dentro cui si muove Expo è di interessi privati, il BIE a questi risponde. Interessi privati, investimenti pubblici, guadagni privati.

Paghi tu, voi, noi: 10 miliardi almeno. Destinati a salire nei prossimi due anni, perchè grandi-opere e mega-eventi funzionano così: ti chiedono 5 e si prendono 10.

Il BIE è nato nel 1928, l’anno di nascita di Topolino. Ha sede a Parigi e ogni 5 anni decide dove spostare il carrozzone di Expo, come e perchè.

Le Esposizione Universali sono operazioni di marketing. A livello internazionale si giustificano con la faccia presentabile dei temi nobili: nutrire il pianeta nel caso di Milano 2015. A livello nazionale e territoriale servono a muovere capitali e sperimentare forme di governo dei territori altrimenti difficili da far passare nell’ordinarietà della prassi cosiddetta democratica.

L’eccezione, come l’emergenza, giustifica l’ingiustificabile.

Dicono: “Expo è un evento eccezionale che capita, se capita, una volta ogni cento anni. Guai farsi sfuggire l’occasione”.

Per fare cosa?

Tra poco ci arriviamo.

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