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La ragnatela di Expo2015 ovvero la grande spartizione

Riprendiamo dal sito di MilanoX la Ragnatela di Expo 2015, una produzione della crew di Expopolis con la collaborazione di Laboratorio lapsus; uno schema per capire chi ci guadagna e quelli per cui Expo sarà, a nostre spese, un’opportunità.

C’è stato il terremoto giudiziario, e probabilmente non sarà l’ultimo. Ci sono le ipotesi della Procura, ci sono i discorsi sulla legalità e l’Expo buona possibile. C’è il mantra Expo deve andare avanti. Per noi c’è evidente la ragnatela di Expo 2015, quell’intreccio di interessi politico-economico-sociali che fanno dell’Esposizione “un evento eccezionale da sfruttare”.

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#Expopolis suite

Dal sito di Carmillaonline, riprendiamo “Expopolis suite”, speach militante su basi dubstep, di Roby Maggioni, coatuore del libro Expopolis con Offtopic. Il pezzo è stato recitato al Cox18 nel dicembre scorso durante lo SlamX. Ci sembra il modo più divertente ed efficace per riassumere cos’è Expo2015, a 480 giorni dall’inizio del megaevento, con le chiavi di lettura per capire perchè è solo questione di Debito-Cemento-Precarietà e i motivi dell’attitudine NoExpo. Buona Lettura

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 OK , allora, partiamo dall’inizio: Expo 2015 è un evento privato.

Ma come un evento privato? Expo 2015 è un evento privato.

E Comune, Regione, Governo? Pagano ed eseguono.

Expo nasce dal BIE, il comitato internazionale per le esposizioni, un ente privato non governativo. Il contesto dentro cui si muove Expo è di interessi privati, il BIE a questi risponde. Interessi privati, investimenti pubblici, guadagni privati.

Paghi tu, voi, noi: 10 miliardi almeno. Destinati a salire nei prossimi due anni, perchè grandi-opere e mega-eventi funzionano così: ti chiedono 5 e si prendono 10.

Il BIE è nato nel 1928, l’anno di nascita di Topolino. Ha sede a Parigi e ogni 5 anni decide dove spostare il carrozzone di Expo, come e perchè.

Le Esposizione Universali sono operazioni di marketing. A livello internazionale si giustificano con la faccia presentabile dei temi nobili: nutrire il pianeta nel caso di Milano 2015. A livello nazionale e territoriale servono a muovere capitali e sperimentare forme di governo dei territori altrimenti difficili da far passare nell’ordinarietà della prassi cosiddetta democratica.

L’eccezione, come l’emergenza, giustifica l’ingiustificabile.

Dicono: “Expo è un evento eccezionale che capita, se capita, una volta ogni cento anni. Guai farsi sfuggire l’occasione”.

Per fare cosa?

Tra poco ci arriviamo.

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