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NOCANAL: COMUNQUE VADA E’ GIA’ UN SUCCESSO

Sono giorni di attesa impaziente, questi, e al momento non sappiamo ancora come finirà la lotta NoCanal contro l’inutile, devastante e costosa Via d’acqua per Expo2015. Una cosa, però, è certa, ed è stata sancita lo scorso 25 febbraio dal Commissario Straordinario e A.D. di Expo Spa Sala, che la tratta sud dell’opera non si farà più e sarà sostituita da una soluzione idraulica, fuori dal perimetro dei parchi milanesi (Pertini, Trenno, Boscoincittà, Cave, Cividale) a causa delle proteste degli scorsi mesi. Ossia comitati, cittadini, attivisti NoExpo hanno messo in crisi la macchina operativa e l’immaginario di Expo. Solo tra qualche giorno sapremo la reale natura di questo “piano B” e se sarà un risultato in linea con le aspettative di chi si è mobilitato in questi mesi. Questo non solo è un risultato che sembrava impossibile solo cinque mesi fa, ma, soprattutto, sarebbe la prima volta, dopo anni, che a Milano una lotta popolare blocca e ribalta opere e trasformazioni urbane, e questo è un dato fondamentale e la risposta migliore a chi, anche in questa vicenda, ha provato a ricondurre il tutto alle compatibilità dei tavoli istituzionali, delle compensazioni o ridurlo alle vie legali dei ricorsi e degli esposti. Tutte strade che in anni più o meno recenti hanno sopito prima e sconfitto poi ogni tentativo di salvare il territorio da speculazioni e scempi con la partecipazione dal basso. La lotta paga, questo il messaggio che arriva dalla periferia ovest di Expopolis.

Viene premiata la tenacia di chi per settimane ha bloccato i cantieri fregandosene di sveglie all’alba e meteo ostile, resistendo ai tentativi subdoli di dividere e bloccare la lotta. Viene premiato il lavoro oscuro, spesso solitario, di chi non ora ha scoperto il bluff “Via d’acqua”, ossia gli attivisti e le attiviste della rete NoExpo e dei collettivi che la animano, che cantierizzavano Trenno o il Pertini due anni fa quando la propaganda di Expo continuava a spargere la credenza del canale navigabile, della grande opera leonardesca e le Istituzioni milanesi interessate, erano più preoccuapate a rassicurare i cittadini, che a dare reale informazione o stimolare partecipazione anche critica. Viene premiata la capacità di stare assieme, eterogenei, attivisti e cittadini, senza cadere nelle provocazioni, rivendicando e condividendo, tutti e tutte, pratiche e comportamenti.

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A proposito di acqua e canali

Pubblichiamo il contributo che la rete NoExpo ha portato all’Assemblea nazionale dei comitati e dei movimenti per l’acqua. Nella retorica di Expo il tema acqua è abusato sia a livello di immaginario che come alibi per opere inutili e devastanti, come la lotta NoCanal ha dimostrato.

fotodarsena

“Nutrire il pianeta Energia per la vita”, questo è il tema dell’esposizione universale che dal primo maggio al 31 ottobre 2015 abiterà il territorio metrolombardo con l’intento, da quel che dicono gli organizzatori (l’evento è gestito da una società privata finanziata interamente da enti/istituzioni pubbliche) di trattare l’argomento dell’alimentazione su scala globale. Lo spettro del ragionamento prevede quindi anche un focus sull’acqua, il bene comune che a Milano viene gestito da una spa (MM spa, seppur a partecipazione pubblica) e che ha trovato la sua declinazione materiale nella “Via d’acqua”, un canale inizialmente pensato come navigabile e successivamente divenuto un semplice canale di scolo del laghetto da realizzare all’interno del sito Expo, lungo 22 km la cui portata è di 1 / 2 metri cubi al secondo che terminano nel Naviglio Grande (corso d’acqua la cui portata è di 40 metri cubi al secondo). Un’opera utile solo al megaevento (ai 6 mesi del megaevento), al contrario inutile e dannosa al territorio poiché:

–         costa circa 90 mln di euro totalmente pubblici
–         passa e squarta i 4 grandi parchi pubblici dell’ovest Milano
–         l’esigua portata non consente all’acqua di offrire alcun servizi all’agricoltura locale, peraltro concentrata a sud e di conseguenza non vicina all’opera
–         il canale passa su terreni a precedente vocazione industriale che necessitano di importanti bonifiche.

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