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NoExpo Pride, libere e autodeterminate dal 1 Maggio verso il 20 Giugno e oltre

Siamo una rete di femministe, froce e queer e costruiamo le nostre esistenze autodeterminandoci e non accettando che qualcuno ci imponga come comportarci, chi amare o cosa desiderare.
Viviamo in diverse città e abbiamo scelto di essere a Milano per le 5 giornate di mobilitazione Noexpo, perché quest’anno l’organizzazione del Pride ufficiale ha accettato di essere cassa di risonanza per l’Expo2015.
All’interno della grande May Day del 1 maggio, NoExpo Pride sarà un punto di riferimento visibile per tutti i corpi eccedenti alla norma e alla tradizione all’interno dello spezzone NoExpo in ogni città, ma non solo. Si concentrerà sull’opposizione all’immaginario eteronormato che Expo propaganda attraverso il progetto We-Women for Expo e il relativo Padiglione.
Expo2015 non è solo speculazione, cemento, mafia, tangenti e sfruttamento, come ormai è evidente a tutt*, ma è anche un modello di propaganda: il tema dell’esposizione è “nutrire il pianeta”, quando le multinazionali, le aziende e gli stessi paesi che parteciperanno sono gli stessi che devastano, sfruttano e ricattano territori e popolazioni.
Per coprire tutte le atrocità che si commettono in nome del profitto, Expo2015 ha bisogno di crearsi un “volto umano” e lo fa mettendo al centro la donna, come naturale custode della casa e della tradizione legata al cibo, altruista, disposta a curare l’altro e a condividere. La richiesta di centralità e partecipazione delle donne viene strumentalizzata per relegarci, ancora una volta, nei ruoli culturalmente imposti: la famiglia, la cura, la maternità e l’ambito domestico.
Inoltre, per espandere il target commerciale, Expo strumentalizza il bisogno di riconoscimento di lesbiche, gay, trans e queer, proponendo un mercato apposito, iniziative specifiche, locali e quartieri friendly. Tutto questo però non coincide con la realtà che vive la maggioranza dei soggetti lgbtiq, fatta di oppressione, violenza, marginalizzazione ed esclusione dal mercato del lavoro.
Le lotte di genere non sono appannaggio di particolari categorie sociali bensì percorrono trasversalmente tutte le battaglie per una vita migliore che tante e tanti portano avanti quotidianamente. E’ per questo che chiediamo a tutti gli spezzoni del corteo che attraverserà Milano il 1 maggio di esporre un manifesto della rete NoExpo Pride, come condivisione di questa battaglia e per rilanciare tutti insieme la data del 20 giugno.
Dopo le assemblee a Milano e a Roma infatti, abbiamo deciso di costruire il nostro pride, dove prenderci spazio con le nostre molte e differenti identità: il NoExpo Pride! Quel giorno sarà una giornata di lotta capace di coniugare conflitto, rivendicazioni forti e tutta la favolosità di cui siamo portatrici e portatori, con la nostra semplice esistenza. Per conquistare nuovamente in maniera forte e condivisa il nostro diritto alla scelta.
Per dare continuità al percorso della rete ben oltre il Primo Maggio e durante i 6 mesi di durata dell’esposizione, per dare concretezza ai nostri desideri e ai nostri progetti, per prenderci gli spazi che ci spettano di diritto nelle città e per le strade, convochiamo un appuntamento nazionale a cui possano partecipare collettivi, realtà, associazioni, singole che con noi vogliono ragionare su immaginari diversi da quelli in cui ci costringono a stare e su nuove mobilitazioni, GIOVEDI’ 30 APRILE DALLE 18 NEL CAMPEGGIO NOEXPO, al parco di Trenno, Milano.

Vogliamo una città frocia, non una vetrina gay per Expo e per questo il 20 giugno invaderemo le strade di Milano!
Non ci lasceremo rinchiudere in casa, perché è lì che avvengono la maggior parte delle violenze nei nostri confronti, per mano di padri, mariti, compagni ed ex.
Ci riprenderemo le strade, perché la nostra libertà non è data da telecamere e poliziotti, ma dalla solidarietà e dalla relazioni che costruiamo ogni giorno.

I nostri desideri sono ingovernabili, la nostra libertà non è in vendita!!!

Di seguito gli appuntamenti delle prossime settimane, in vista del NoExpo Pride e i contatti:
Milano_Giovedì 30 aprile ore 18,00 al campeggio NoExpo nel Parco di Trenno: Tavolo di discussione e costruzione del NoExpo Pride
Milano_Venerdì 1 maggio ore 14 P.za XXIV Maggio: MAYDAY NO EXPO
In tutte le città_Domenica 17 maggio: organizza la giornata di lancio del NoExpo Pride nella tua città!
Milano_Sabato 20 giugno: NoExpo Pride

Rete di femministe, froce e queer contro Expo2015
Blog: noexpopride.noblogs.org
Fb: NoExpo Pride

Noi siamo donne, trans*, sexworker, migranti, gay, lesbiche, queer e femministe e vogliamo riappropriarci della nostra Città perché la visibilità, l’agibilità e la sicurezza di questa città è fatta anche dai nostri corpi che la attraversano. Contestiamo il sistema di valori di cui Expo si fa portatore e rivendichiamo la libertà di vivere, amare, giocare, performare il nostro genere, i nostri desideri non conformi, la nostra sessualità e le nostre relazioni con gioia e trasparenza. Chiediamo riconoscimento per le molteplici reti di affettività di cui facciamo parte. Chiediamo reddito garantito per le nostre vite precarie. Rivendichiamo il diritto di liberare spazi e luoghi di confronto e di agibilità politica.

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Milano: report dell’assemblea cittadina

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Sabato 21 marzo la rete NoExpoPride si è presentata alla città presso la Casa delle Donne.Abbiamo chiarito cosa significa oggi Expo 2015 partendo dall’immaginario costruito dagli stessi parterns che, attraverso i propri brand , stanno attuando un vero processo di green e pink washing.

Il Comitato NoExpo nasce in contrapposizione all’Esposizione Universale per denunciarne il debito che lascerà, la cementificazione assurda e la precarizzazione diffusa.All’interno di questo contesto si sviluppa NoExpoPride: più concentro sulle tematiche legate al genere e alle questioni lgbit*q.

Uno sguardo particolare è rivolto a WE Women for Expo, che parla di nutrimento e sostenibilità e rivolge un invito semplice e simbolico a tutte le donne: condividere laricetta per la vita, cioè il racconto di un piatto di particolare valore emotivo, utilizzando il – medievale – motivo della donna madre, dedita al nutrimento degli uomini della terra, una donna che è capace di condividere il cibo in tavola.

La politica sulle donne che Expo sta portando avanti è in linea con l’immagine di donna regina del focolare domestico, madre prima di tutto, e depositaria quindi di conoscenze legate al nutrimento e alla capacità di “prendersi cura”, immagine che ci riporta ad epoche oscurantiste e di matrice patriarcale.

La presentazione della rete NoExpoPride alla città di Milano è avvenuta in simultanea con la città di Bergamo. Alla fine del corteo organizzato dal Comitato Rompiamo il Silenzio infatti, parte delle realtà che compongono la Rete hanno presentato il proprio percorso. Insieme alla geodetica raffigurante gli infopoint che saranno istituiti a Bergamo per promuovere Expo, è stata fatta partire una protesta frocia contro l’esposizione Universale milanese. La manifestazione è avvenuta sotto il comune di Bergamo e sullo sfondo sono state installate le icone dello sciopero sociale insieme alle sagome rappresentative delle persone accettate da Expo nei propri padiglioni e di quelle che invece non rientrano nel suo stereotipo borghese della concezione manageriale.

La nostra presentazione alla città cade proprio lo stesso giorno dell’inaugurazione della Gay Street patrocinata dal Comune di Milano: una via di 200 metri dove il turista gay dovrebbe trovare il proprio divertimento. Nel migliore degli stereotipi un’intera strada è stata ripulita dal degrado e messa a disposizione dei gay (ovviamente maschi e benestanti) tanto attenti alla moda e allo shopping. Niente meno che un’area protetta, in cui questi diversi individui possano muoversi felici e alla quale il mondo possa guardare sorridendo con sollievo.

È chiaramente in atto uno svilimento dei diritti delle donne e delle soggettività lgbit*q e in questo panorama gli unici segnali di apparente apertura sono dettati dall’interesse economico che sta dietro alla valorizzazione del turismo omosessuale, e da quello politico di (omo)normalizzazione ed esclusione di identità scomode.

Si tratta di un’operazione di pinkwashing: nessuna reale volontà di incidere sulla cultura delle libertà, né di far ottenere dei diritti alle persone lgbit*q che attraversano Milano, cittadini o turisti o migranti che siano.

Come rete NoExpoPride non accettiamo questi meccanismi e ci siamo quindi recati in via Sammartini per ribadire che un’unica strada non può essere sufficiente, che è l’intera città a dover essere accogliente e vivibile per gli individui indifferentemente dal genere con il quale si identificano, dall’orientamento sessuale, dal possesso o meno di documenti, e dalla condizione sociale.

In questa direzione a Bergamo è stata lanciata una campagna di affissione che vede protagonisti gli esercenti delle vie del centro, ai quali è stato chiesto di esporre un adesivo con la scritta “Lascia fuori l’omofobia” perché vogliamo città che rifiutino ogni forma di discriminazione sessuale.

VOGLIAMO UNA CITTÀ FROCIA E NON UNA VETRINA GAY PER EXPO, poiché l’unica città sicura è quella in cui donne, uomini, soggetti lgbit*q e migranti si sentano liber* di attraversarla e di a viverla a qualsiasi ora del giorno e della notte, perché l’unica città di cui abbiamo bisogno è una città la cui riqualifica non sia orientata ad Expo.

Stiamo lavorando si questi temi e tanto lavoro ancora ci aspetta, rilanciamo dunque alla prossima riunione milanese NoExpoPride il 7 aprile (a breve indicazioni su luogo e orario).

Saremo presenti con un banchetto all’interno del Campeggio NoExpo che si terrà nei giorni dal 28 aprile al 2 maggio. Attraverseremo il Corteo del 1 maggio in maniera completamente trasversale e il 20 giugno sfileremo nelle vie di Milano con un Corteo nazionale NoExpoPride.

 

Rete NoExpoPride

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