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NoExpo attitude anno sesto

 

La folle corsa a Expo 2015 prosegue e dalle elezioni non ci aspettiamo novità.

Il 23 gennaio alle ore 21 a Piano Terra riprendiamo per il sesto anno le attività NoExpo, non molliamo la presa.

Dopo l’iniziativa di dicembre “Dalla parte della Terra”, il lancio di Expopolis insieme a Offtopic (vedi download) e il lavoro sulla via d’acqua per Expo 2015 tra novembre e dicembre, mettiamo in azione nuovi progetti, idee, iniziative in un lungo percorso che attraverso la Mayday 2013 ci porti al fatidico 1° maggio 2015. Contrastare Expo, le sue dinamiche e le trasformazioni che impone ai territori e alla metropoli; contrastre la finanziarizzazione di beni comuni e servizi pubblici per fare cassa per il grande evento salvifico, unico immaginario, peraltro vuoto, per una Milano specchio di un paese in crisi e per un blocco politico-economico, trasversale agli schieramenti, più attento al business e alle speculazioni con i soldi pubblici che Expo consente,  che non ai bisogni di popolazioni e territori.

Dentro la crisi del sistema capitalista che Expo, in quanto evento, celebra da oltre un secolo, queste sono priorità di tutte e tutti e non nostra esclusiva di lotta. Expo 2015 perde i pezzi ogni giorno che passa….non vorrete perdere l’occasione per dargli le spallate finali!

Ci vediamo il 23 h 21 – Piano Terra – via Confalonieri 3 (m2 garibaldi) Milano

 

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DENTRO LA CITTA’ VETRINA, CONTRO L’AUSTERITY E LE NOCIVITA’ – VERSO MILANO 1&2 DIC

In principio era Expo 2015, un grande evento in grado di divenire volàno per l’economia, in grado di rivitalizzare l’egemonia del ciclo  finanza-mattone all’interno dell’economia lombarda. Tuttavia, la crisi si affianca oggi a grandi eventi e grandi opere alla guida di un esercito organizzato da una rete trasversale di poteri, in cui economia, finanza, politica e ‘Ndrangheta si intrecciano divenendo spesso indistinguibili ed il cui obiettivo è quello di acquisire nuova linfa da mettere sul mercato, aggredendo i beni comuni. Il grande dogma che in questi anni ha sorretto questa situazione ed ha creato consenso è “lo sviluppo prima di tutto”. In tempi di crisi qualsiasi attività in grado di generare economia è positiva per il territorio, offre opportunità di lavoro e crea microeconomie.

Il lavoro come ricatto che serve a devastare i territori, a spossessarli della propria ricchezza, a subire imposizioni dall’alto dalla dubbia utilità e comunque dalla sicura inutilità sociale non è il lavoro che vogliamo. Non siamo contrari alla difesa del lavoro ma il lavoro non viene prima di tutto, in particolare se si tratta di lavoro ad una dimensione, utile solo al profitto, funzionale alla  produzione di nocività e totalmente sganciato dal bene comune (oltre che dal buon senso). In quel caso il lavoro può essere addirittura nocivo.

Questo 14 novembre scenderemo in piazza in difesa dei territori, contro chi se ne vuole impossessare per imporre progetti come Expo2015, Tem e Pedemontana, contro l’austerity applicata facendo leva sul debito per espropriare appunto i territori dei loro beni più preziosi e per imporre modelli di organizzazione sociale oggi piuttosto decadenti.

Diritto alla mobilità, alla casa, al reddito, ai saperi ed agli affetti, oggi come ieri questi sono gli assi portanti di una politica di riconquista sociale in grado di stimolare un progresso reale e non statistico come piace ai media della crisi. 

Partendo dallo sciopero europeo del 14 novembre, proseguendo per le giornate dell’1 e 2 dicembre sempre a Milano, in connessione con la rete “Dalla Parte della terra” con cui condividiamo la lotta contro le nocività e la denuncia degli attori economici che le promuovono, la sfida oggi è quella di stimolare un fermento sociale in grado di rimettere in discussione processi economici e sociali considerati inevitabili, quasi naturali, che sono invece i principali fattori che determinano le condizioni di impoverimento della società a cui quotidianamente assistiamo.

Dentro e contro la metropoli ai tempi della crisi, la qualità della vita prima di tutto!

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