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La PRIMA – VERA di Milano – 7D h14 iniziativa a Trenno contro la via d’acqua per Expo2015

541364_753704137976477_256064614_nC’è un vento nuovo che spira da qualche settimana nella periferia ovest milanese. Un vento contagioso che porta persone, fino a ieri lontane dalla militanza politica, a diventare attivisti radicali in difesa del loro territorio. Non vogliono proprio saperne di un’opera, la Via d’Acqua per Expo2015, che, giustamente, ritengono inutile, costosa, nociva e devastante per tre parchi urbani. Un vento che porta energia alle persone e folletti nelle notti gelide; e succede che il cantiere non avanza, la politica inizia a mostrare nervosismo, i media si stanno accorgendo che a Trenno, al Gallaratese, a Baggio non si molla e non si mollerà, e ci associamo totalmente a questo impegno,  fino a che non si vedranno  uscire le ruspe dai parchi e fermeranno i cantieri della Via d’Acqua. 1491763_753702497976641_587533376_n

Non solo, ma questo vento fa svolazzare la coperta di Expo2015, sempre più corta, nonostante quel che dicano e fanno quotidianamente Sala, Letta, Maroni, Pisapia; perchè non solo a Trenno le persone stanno imparando non solo a fare uno più uno ma sono già all’analisi matematica….e così scoprono che dietro i toni trionfalistici e l’investitura ufficiale dei poteri speciali a Sala, il decreto Expo ha reso possibile lo scherzetto per cui un’area inquinata lo è meno solo perchè lo decide Sala (altrimenti tra soldi che mancano e tempi per le bonifiche bye bye Via d’Acqua).

1467481_753702954643262_1889011695_nOppure scavano nella legge di stabilità dello Stato per il 2014 e salta fuori che si tagliano oltre 200 MLN di € per metrotranvie tra cui quelle dirette a Desio e Limbiate perchè i soldi vengono cannibalizzati dalle opere per Expo2015, che a differenza delle metrotranvie suddette, sono inutili e nocive come la Via d’Acqua. Non bastasse i milanesi iniziano a percepire tra Tarsu, addizionale Irpef, altri aumenti a tariffe e contestuali tagli a servizi e così è un calcio di rigore fare il paragone tra gli 89MLN di euro per la Via d’Acqua e queste politiche di austerity in quartieri dove c’è una scuola elementare chiusa senza fondi per la ristrutturazione, un ospedale (il San Carlo) a rischio chiusura, centinaia di alloggi ALER vuoti e dove a un chilometro in linea d’aria dal cantiere di Trenno ci sono le gru del cantiere di Cascina Merlata e i relativi lavoratori non pagati che protestano in quello che vuole essere il quartiere vetrina e porta verso il sito Expo targato Coop/BancaIntesa.

Ecco perchè pensiamo che il 7 dicembre al Parco Trenno e il 9 dicembre sotto palazzo Marino, siano iniziative che non possano vedere assenti tutti e tutte coloro che sul territorio metropolitano vasto lottano quotidianamente contro le devastazioni recate al territorio (ma anche ai nostri sogni, al nostro futuro) dalle opere di Expo o ad esso legate e anche chi si oppone al quotidiano consumo di suolo che soffoca le nostre vite.

Di seguito il comunicato di presentazione delle due iniziative

1475924_753703651309859_1197080741_n LA PRIMA-VERA DI MILANO, la nostra musica suona il cantiere.

Il 7 dicembre mentre la Milano che conta, quella che tifa Expo perché da Expo trarrà guadagno, il Sindaco, Sala e Letta saranno alla Prima della Scala, noi saremo nei nostri parchi, il Parco Trenno, il Parco Pertini e il Parco delle Cave, per difenderli dall’aggressione dell’inutile, costosa e nociva via d’acqua, e per difenderne gli alberi minacciati, i prati, la loro storia e il loro valore pubblico. Saremo lì perché altrimenti non ci sarà primavera per noi, perché non sapremo dove passarla. Dalle ore 14, riempiremo il Parco Trenno di voci, suoni, corpi per suonarle a un cantiere che non vogliamo, a un canale che non permetteremo sia realizzato e sabato lo ribadiremo assediando con i nostri corpi quelle reti maledette. Ci trasformeremo in via d’acqua noi stessi, ma una via d’acqua piena di calore e colore, una via d’acqua che non distrugge i parchi, al massimo rifiuta i cantieri.

E se i nostri suoni non fossero sufficienti per arrivare alle orecchie di chi, per una sera, è troppo preso da tenori e soprani, il 9 dicembre verremo noi in Piazza Scala, dalle 17,30, e ci faremo sentire da tutto il consiglio comunale: il cantiere ve lo diamo noi, così a chiarire che non accettiamo alcuna opera che devasti Trenno e gli altri parchi della periferia ovest di Milano.

La Via d’Acqua è un’opera inutile, 89 MLN di euro di soldi pubblici per realizzare un canale insignificante ai fini irrigui, dannoso per il territorio e il paesaggio, nocivo perché attraversa aree mai bonificate, e sostituibile, nel suo scopo di far defluire l’acqua dal sito Expo, da una rete di canali, fontanili, condotte preesistenti, come dimostrato da studi del Politecnico e di Italia Nostra.

Per questo non ci fermeremo nemmeno di fronte alle ruspe e annunciamo fin d’ora che, qualora la politica ed Expo Spa non recedessero dalle loro scelte, ci vedremo davanti al cantiere.
Se le ruspe proveranno a tornare, il presidio permanente con gioia e allegria sarà un ostacolo insormontabile.


COMITATO NO CANAL   

info: nocanal@autistici.org

pagina facebook: difendiamo il parco Trenno dalla via d’acqua

 

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Questa Via d’Acqua non si deve fare: a Trenno cresce la protesta

A Trenno, antico borgo agricolo ora quartiere della periferia milanese, ci si organizza contro i lavori per la Via d’Acqua di Expo2015. Quello che segue è un report-racconto di un compagno di Offtopic, della rete NoExpo e tra i promotori dell’assemblea autorganizzata di sabato 9. E già c’è un prossimo appuntamento, per chi non è in Val Susa,  alle ore 15 al Parco di Trenno in Via Lampugnano ang. Via Mafalda di Savoia. Anche a Milano A SARA’ DURA

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I colori dell’autunno sono già vivaci, sugli alberi del Parco di Trenno, quando in un giorno di ottobre, come funghi, sui suoi prati spuntano le prime cantierizzazioni per quella che dovrà diventare la Via d’Acqua per Expo2015. Inaspettata e inattesa per molti (non per chi come noi denuncia da mesi inutilità, costi e devastazioni dell’opera – vedi qui gli approfondimenti del caso: 1 2  – 3 4

la comparsa delle recinzioni provoca l’immediata reazione degli abitanti della zona e dei numerosi milanesi che abitualmente passano le loro giornate sui prati del Parco Trenno, tra partite a pallone, pic nic, relax e passeggio. Come già accaduto al Parco Cave e al q.re Gallaratese, per il Parco Pertini, non si capisce perché si debba distruggere aree verdi apprezzate e vissute da migliaia di persone ogni anno, per realizzare un canale di cui pochi sanno senso e dettagli.

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In maniera autorganizzata, con un gruppo di abitanti dei quartieri limitrofi al Parco di Trenno e di abituali fruitori e singoli attivisti di altre realtà milanesi di movimento, decidiamo che è venuto il momento di provare a fermare l’assedio, che in nome di Expo2015 (ma non solo, si veda la Goccia in Bovisa o il Giardino degli Aromi al Pini o il Pagiannunz ad Abbiategrasso) minaccia parchi, terreni agricoli, aree verdi, ovunque nel territorio metropolitano.

L’appuntamento è per sabato 9, nei locali di una delle ultime cooperative milanesi ad avere ancora alloggi a proprietà indivisa, ci si domanda come risponderanno gli abitanti di Trenno e la risposta è di quelle che riscaldano il cuore e danno gambe al nostro attivismo. Ci ritroviamo in un centinaio, soprattutto semplici cittadini, tutti molto determinati e incazzati per quello che minaccia l’integrità del Parco. C’è molta curiosità, si vuole sapere bene cosa accadrà. Tocca a noi questo ruolo, ben supportati dai locali attivisti di Italia Nostra, e scioriniamo cifre, costi, dettagli tecnici a chiarire e ribadire, non che per i presenti fosse in dubbio, l’inutile spreco di denaro pubblico che la Via d’Acqua rappresenta. Perché non serve da un punto di vista idraulico, per la sua nocività in termini ambientali e paesaggistici, per la menzogna delle motivazioni con cui la giustificano (il fabbisogno idrico per i campi del sud-ovest milanese e la necessità di portar via l’acqua dal sito Expo si possono risolvere in altro modo a costo molto più contenuto utilizzando vecchi condotti sotterranei, tuttora in buono stato di manutenzione, e i vecchi tracciati dei fontanili).

Lanciamo quella che appare l’unica proposta ragionevole e di prospettiva: la difesa dal basso del Parco attraverso la partecipazione, la mobilitazione, la controinformazione e il presidio del nascente cantiere. Non che altre vie, più istituzionali, siano sbagliate a prescindere, semplicemente, i poteri speciali di cui l’A.D. di Expo SpA gode, rendono necessaria una forte resistenza all’opera sul territorio, se vogliamo portare a casa il risultato.

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Il dibattito è animatissimo, tanti gli interventi, tutti molto sul pezzo come si suol dire. Una ragazza, alla prima esperienza di lotta, tocca le corde del cuore e parla di amore per il proprio territorio come una valsusina. Non sono pochi gli interventi che rimandano a quella capacità e volontà di difesa e autodeterminazione dei destini della propria terra, ricordando che anche in Valle sono vent’anni che devono fare il TAV e grazie al movimento probabilmente non lo faranno mai. C’è chi racconta altre lotte del quartiere, uno sguardo al passato per dire che il Gallaratese e Trenno hanno alle spalle una forte tradizione e capacità di mobilitarsi per fermare o modificare processi e trasformazioni urbane, che sembravano ineluttabili. Poi c’è anche spazio al campanilismo circoscrizionale e per la passerella istituzionale, parlano i rappresentanti dei vari partiti nei Consigli di Zona 7 e 8, qualche intervento di “pompieraggio” riformista o di vuota retorica, ma le persone vogliono sentire altro, non c’è spazio per divagazioni o proclami, si vuole andare al sodo e partono alcuni malumori. Troppa la voglia di essere concreti e darsi da fare senza perdersi in chiacchiere inutili. Semmai si vorrebbe sapere di più di Expo 2015, di chi paga, di chi decide.

E’ il momento delle proposte e di passare dal dibattito all’organizzazione; si parla di blocchi, di recinzioni da rimuovere, di materiale comunicativo da produrre; tra i meno avvezzi c’è chi teme il penale e chi vuole fermare via Cascina Bellaria. Una bella atmosfera, giovani e anziani, attivisti e quelli che è la prima volta, si alternano nel lanciare idee o fornire disponibilità e dopo più di due ore l’assemblea termina lasciando nella sala e in chi vi ha partecipato una grande energia positiva che fa ben sperare. E già c’è un primo appuntamento per sabato 16 alle ore 15 in via Lampugnano (e noi ci saremo con la mente in Valle così come saremo in Valle sempre il 16 con il cuore a Trenno), dove il Parco è già stato cantierizzato, per un’assemblea itinerante che porterà per il Parco le ragioni di chi si oppone all’inutile Via d’Acqua (qui l’evento facebook)  e dietro l’angolo è già prevista una manifestazione cittadina.

Chiaramente, nel frattempo, staremo con gli occhi bene aperti a che non arrivino le ruspe.

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